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Consigli per noi che soffriamo di DOC

Ultimo Aggiornamento: 20/06/2008 09:22
18/01/2008 17:48
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Frasi da scriversi sulle mani

Vorrei ricordarmi in ogni momento il prezzo che pago dando ascolto a certi miei pensieri.
Mi rovino ore e ore coll'ansia, coll'angoscia.
Mi limito la vita drasticamente, mi deprimo; e perdo inutilmente una marea di tempo a fare cose che gli altri ci mettono molto meno tempo per fare.

Vorrei ricordarmi sempre che il fine che devo perseguire è esclusivamente il benessere mio e di chi mi sta vicino.
Non il perfezionismo, l'ordine, o qualche altro criterio astratto e distante dal mio benessere psicofisico.



La parola a voi.





[Modificato da enemyofthesun 18/01/2008 17:55]


Amministratore di Psy&Co, moderatore della sezione Amministrazione e Regolamento
23/02/2008 13:27
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Let go

+ INTUIZIONE
- ANALISI

Fidiamoci più delle nostre emozioni e sensazioni, meno dei ragionamenti analitici e razionali.
Cerchiamo di valutare pochi parametri, poche variabili, non tutti.
Non sovraccarichiamoci di pensieri.

LET GO.
Lasciamo correre i pensieri, non soffermiamoci MAI troppo tempo su di essi e ignoriamoli addirittura, se riteniamo che siano eccessivi, poco fondati.
Concentriamoci sulla soluzione e non sul pensiero ossessivo.



Amministratore di Psy&Co, moderatore della sezione Amministrazione e Regolamento
29/02/2008 17:32
Post: 255
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Dobbiamo pensare subito a qualcosa che però non ci sembra poi così urgente? Così importante?
Un'altra persona ci penserebbe su o trascurerebbe?
Se non ci pensiamo subito, abbiamo la sensazione che succeda il finimondo?
E' una prova più che convincente che si tratta di DOC.
A quel punto: let go.

Quando hai il sospetto di avere a che fare con un'ossessione (ma occhio non ne avrai mai la certezza perchè penserai "e se fosse un dubbio legittimo?") dovresti cercare di non reagire, di non dare risposte (che sono appunto compulsioni) ai dubbi che ti poni, alle paure, ai pensieri.
Il meccanismo è tale per cui più considerazione e attenzione dai ai tuoi pensieri, più si rafforza la componente ossessiva.






[Modificato da enemyofthesun 02/03/2008 20:59]


Amministratore di Psy&Co, moderatore della sezione Amministrazione e Regolamento
31/03/2008 02:46
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Tra i consigli che mi accingo a dare forse questo è il più sui generis...
Diciamo che dovrebbe essere un ragionamento per assurdo.
L'ipotesi è che io, applicando i consigli sopra citati e quelli della TCC, trascuri o addirittura ignori volutamente una preoccupazione, bollandola come ossessiva, ma questo mi causi un danno (si spera non grave).
A quel punto potrei dirmi: beh, ho sbagliato, stavolta non era un'ossessione ma un dubbio legittimo, e ho applicato la TCC come faccio sempre. Sbagliare è umano, ma quante altre volte ho capito col senno di poi che erano davvero ossessioni, e infatti non è successo nulla?

Questo potrebbe servire per deresponsabilizzarci in caso di scelte applicative sbagliate (che scommetto essere tendenti allo zero, se non zero completamente).

Certo, se il danno fosse grave (es. incidente, ferimento, danno ad altri), la cosa sarebbe un tantino meno efficace. Però vale il principio generale che abbiamo fatto tutto quel che potevamo fare per gestire una situazione problematica, anche seguire la terapia è gestire.

Ma che poi, secondo me, se c'è un problema grave, urgente e reale, l'ossessione non si manifesta e ce la caviamo al meglio, quando la paura è tanta e bisogna agire, ci dimostriamo in gamba a dispetto della nostra grande insicurezza e sfiducia in noi [SM=g6810]



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07/04/2008 12:52
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Le 3 D

DECIDERE
DERESPONSABILIZZARSI
DISTRARSI

Decidere: concentrarsi sulle soluzioni pratiche, e non sui pensieri e sulle analisi accurate, in special modo quando i problemi sono di infima importanza. Semplificare, concretizzare.

Deresponsabilizzarsi: il senso di responsabilità e il conseguente senso di colpa per eventuali fallimenti (tra l'altro opinabili, sono più che altro "possibilità di aver fallito", sensazioni di fallimento) sono eccessive per le nostre ossessioni specifiche. Vanno assolutamente tenute basse, alleggerite.
Il post precedente spiega meglio questo concetto.

Distrarsi: è bene che quando la mente non è costretta a lavorare per risolvere qualche questione veramente importante, si riempia di pensieri "positivi", cioè non compulsivi (mentre sulle ossessioni abbiamo poca o nulla padronanza) e in generale non mirati a lenire un malessere, un dolore, cosa che tanto assomiglia a un meccanismo compulsivo. I pensieri negativi/compulsivi vanno trascurati, ignorati, il più possibile. Cercare di tenere la mente impegnata, anche e soprattutto con attività. Non fermarsi a riflettere troppo a lungo.


[Modificato da enemyofthesun 07/04/2008 12:57]


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14/06/2008 12:26
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Voglio far passare in me e possibilmente negli altri il concetto che è PEGGIO sostenere compulsioni (mentali e materiali) o peggio evitamenti, piuttosto che rischiare di incappare in ciò che si teme perchè non si mettono in atto pensieri e comportamenti "adeguati" (secondo il DOC!), in genere è un evento improbabile, a volte quasi impossibile (rischio basso).
Dubito che un ossessivo possa sottovalutare un rischio elevato senza apportare qualche contromisura (e lì non si tratta certo di far compulsioni). Non soffriamo di crisi maniacali, quello è bel altro disturbo: lì sì che sottovalutano il rischio (senza manco accorgersene nè sospettarlo presumo).
Possiamo (come tutti gli individui sani) sottovalutare un rischio medio-basso, come si dice: errare è umano. Probabilmente sbagliamo ancora meno della media degli individui sani (!!).

Accettare il rischio è fondamentale per tentare di "guarire".
Fare compulsioni è stressante, angosciante, fa perdere tempo, fa calare l'umore, irrita: ha solo svantaggi in fondo.
Le rassicurazioni a me durano pochi minuti o addirittura a volte pochi secondi soltanto, poi tutto da capo.
Fare evitamenti è estremamente frustrante, deprime (tanto che penso di essermi beccato una depressione secondaria) e abbassa l'autostima.
Quello che a prima vista e per spontaneità del disturbo sembrerebbe la soluzione al nostro malessere non è altro che una prigione che ci incatena più di prima.
Solo da quando ho capito che la EPR era davvero la soluzione, ho cominciato ad avere qualche timidissimo progresso.

E' ancora presto per me, ma vorrei pensare piano piano che evitare e fare compulsioni sono operazioni svantaggiose per il mio benessere: molto più benefico accettare il rischio, sbagliare (perchè no? tutti sbagliano, perchè dobbiamo essere più perfetti degli altri, chi ce l'ha ordinato?!) quando capita (e scommetto che capita di rado) ed essere più indulgenti se sbagliamo e considerare che anche il concetto di errore è passibile di revisione (il DOC è così bravo a farmi dubitare sul fare giusto, perchè non usarlo anche per dubitare sul fare sbagliato?).

Se non so stabilire con certezza (la certezza per un ossessivo è utopia) cosa è giusto, cosa è sbagliato, e stare immobile a pensare mi fa solo soffrire, esiste solo una strada: VIVERE.
Vivere e far finta di nulla il più possibile [SM=g7987]




Amministratore di Psy&Co, moderatore della sezione Amministrazione e Regolamento
20/06/2008 09:22
Post: 8
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aggiungerei solo,

- costruirsi intorno un ambiente sano con gente selezionata e positiva. La chiamo "cernita stretta".

- Fare un' analisi degli eventi anche a PRIORI per evitare per quanto possibile situazioni che riteniamo possano danneggiarci, farci rimuginare crearci prooblemi.

Troppo spesso tendo ad andare avanti un po' troppo ingenuamente trasportata dal caso tutelandomi poco.

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