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Indecisione estrema nella vita pratica

Ultimo Aggiornamento: 05/02/2008 14:30
21/01/2008 18:19
Post: 233
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Vorrei parlare della mia estrema e diffusa insicurezza, nutrimento del DOC, che mi impedisce di avere una sufficiente sicurezza di me stesso su molte cose e che anche dove la sicurezza c'è, è sempre scarsa e difficile da mantenere.
Fatico a prendere decisioni anche molto elementari (del tipo: faccio questa strada oppure quell'altra?). Se poi decido, fatico a mantenere la decisione e a non ripensarci.

Mi do sicurezza tramite l'abitudine. Esistono dei veri e propri schematismi mentali che oserei definire persino rituali.
Per il resto cerco di fare le cose più che altro come sono abituato.
Ma per situazioni nuove questo è difficile se non impossibile.
Infatti le situazioni nuove, e anche gli imprevisti, sono situazioni molto problematiche per me.

Mi concentro sull'episodio che mi ha scatenato ansia questo pomeriggio.
L'assistente sociale mi fa un favore, mi accompagna ogni settimana dallo psicoterapeuta, da casa mia a Lecco (sono quasi 20 km), ormai da fine settembre 2007.
E' un grande favore e gliene sono grato, probabilmente non avrei nemmeno iniziato se non fosse stato per lei.
Ora però, non so se per sue ragioni concrete e valide, o perchè s'è stufata (meno valido) o ancora perchè ha deciso che devo sbatterci la testa, vuole in un solo mese obbligarmi ad andare da solo a Lecco.
L'altra volta ho guidato io la sua auto, con fatica, però non è la stessa cosa...

Le ho scritto che non può impormi tempi, io ho molti problemi decisionali e non ce la farei ad andare da solo, a decidere la strada, il parcheggio, i tempi...
E' un lavoro che va affrontato con calma collo psicoterapeuta.
Io voglio un giorno andarci da solo. Quello che mi sembra sbagliato è dirmi: secondo me un mese è sufficiente perchè tu vada da solo.
E' come se dicessero a uno che soffre di DOC omosex che in un mese deve sapere stare in compagnia di uno del suo stesso sesso senza problemi!!! Capite?
So che l'assistente sociale è in buona fede, ma mi ha messo addosso moltissima ansia!
Poi di lei non mi fido molto nella parte pratica e logistica, boh, ora non sto a dilungarmi ma non ho fiducia nei suoi consigli pratici.

Ho notato che le decisioni critiche sono quelle che devo prendere da solo e portare avanti da solo.
In genere chiedere pareri alle persone di cui mi fido molto mi aiuta.
Averle vicino mi aiuta tantissimo.
In un momento così delicato io ho bisogno degli altri.
la mia testa non ragiona bene, è troppo ossessiva, tiene conto di troppi fattori, non semplifica, è intasata di variabili...
E così alla fine...non decido...perchè è troppo pesante decidere così!

Allora è meglio non decidere nulla, oppure farsi aiutare almeno in questa fase iniziale dagli altri nel decidere?
Posto che l'obbiettivo è decidere da soli.
Qualcuno vive una situazione come la mia?




[Modificato da enemyofthesun 21/01/2008 18:22]


Amministratore di Psy&Co, moderatore della sezione Amministrazione e Regolamento
05/02/2008 11:41
Post: 0
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“Io voglio un giorno andarci da solo”
Ciao,
Hai detto che la sicurezza c’è, e questo è dimostrato dal fatto che hai guidato tu l’auto dell’assistente sociale. Inoltre hai detto che un giorno vuoi andarci da solo dal terapeuta. Come potresti ottenere questo tuo volere?
Gabriele
05/02/2008 12:15
Post: 240
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Re: “Io voglio un giorno andarci da solo”

k_85, 05/02/2008 11.41:

Ciao,
Hai detto che la sicurezza c’è, e questo è dimostrato dal fatto che hai guidato tu l’auto dell’assistente sociale. Inoltre hai detto che un giorno vuoi andarci da solo dal terapeuta. Come potresti ottenere questo tuo volere?
Gabriele



Innanzitutto la situazione è più tranquilla, nel senso che l'assistente sociale ha rinunciato al suo ultimatum ma lavoreremo con più calma per raggiungere l'obbiettivo.
Per rispondere alla tua domanda, secondo me serve gradualità, servono passaggi intermedi tra la situazione attuale (l'assistente sociale mi accompagna colla sua auto e guida lei) e la situazione finale (vado da solo colla mia auto).


Se vuoi parlaci un po' di te, Gabriele, dal momento che sei nuovo [SM=g7987]







Amministratore di Psy&Co, moderatore della sezione Amministrazione e Regolamento
05/02/2008 14:30
Post: 1
Registrato il: 05/02/2008
Utente Junior
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mi presento
Sono un ragazzo di (quasi) 23 anni, mi piace ascoltare musica hip-hop, oltrechè ballarla, mi piace stare con gli amici (anche se non ho tanto tempo per farlo in quanto studio e lavoro) e tengo molto alla lealtà tra le persone, nonché alla possibilità di relazionarsi in modo profondo, autentico, reciproco.
Sono il tipo di persona che se hai un problema ti ascolta volentieri e si mette nei tuoi panni, non banalizzando né drammatizzando, ma progettando soluzioni alternative, con discrezione e rispetto di opinioni diverse dalle mie. Per fare questo di solito pongo delle domande, piuttosto che fornire la mia visione della realtà e proporre le mie soluzioni, che essendo mie potrebbero non fare al caso di qualcun altro.
Per questi motivi sono iscritto alla facoltà di psicologia di una città del nord, allo scopo di trovare una collocazione che mi consenta di realizzarmi nel modo che vi ho scritto.

Ti ringrazio per aver risposto alla mia domanda, procedere per passi graduali è una strategia per stare bene, per superare la tempesta nella mente e le nubi negli occhi.

Ti scrivo una cosa che ho letto così magari mi dici cosa ti suggerisce [SM=g7990] :
"Onde proteggere prima del lancio i propri enormi razzi dagli influssi atmosferici -in particolare da pioggia e fulmini- l'ente spaziale americano decise di edificare un hangar di grandezza sufficiente a contenerli. Gli hangar si costruiscono ormai da decenni, e non ci volle molto a moltiplicare per dieci i progetti del più grande hangar esistente. Come afferma John Gall nel suo interessantissimo libro Systemantics, ci si accorse allora, con puntuale meraviglia degli esperti, che uno spazio vuoto di queste dimensioni (si tratta del più vasto edificio del mondo!) produce un proprio clima interno, con nuvole, pioggia e scariche di energia elettrostatica: proprio i fenomeni dai quali ci si sarebbe dovuti proteggere."
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