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come aiutare?

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2008 12:04
04/04/2008 16:00
Post: 1
Registrato il: 04/04/2008
Utente Junior
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buongiorno a tutti, mi chiamo Sara.
Da più di un anno sto con un ragazzo di 26 anni che soffre di DOC da 8 anni.
il suo disturbo è quasi completamente invalidante. Non riesce a portare avanti un lavoro per più di un mese, spesso si blocca a casa senza nemmeno riuscire a vestirsi, ha problemi con i lavaggi, con le chiusure, con l'assunzione di farmaci.
Ha fatto due ricoveri in un centro a firenze sta pensando al terzo, ha fatto psicoterapia ed è stato seguito da uno psichiatra.
Si è stufato e ha mollato la terapia ed ora va avanti a farmaci che gli hanno creato dipendenza. Le cose vanno sempre peggio. Parlando con uno specialista molto schietto mi ha detto che probabilmente nel suo subconscio c'è la volontà di non guarire e che quindi ci sono pochissie speranze. io non oglio credere a tutto questo...
se avete testimonianze o rimedi vi prego rispondetemi, siamo disperati e pronti a tutto...
grazie
05/04/2008 18:06
Post: 275
Registrato il: 04/12/2004
Utente Junior
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Ciao Sara, benvenuta [SM=g7987]
Mi fa sempre piacere leggere di persone vicine a chi soffre come noi, mi dà speranza, troppe volte mi sono sentito emarginato...

Se lui non riesce a lavorare, avete pensato di fargli fare un colloquio per un lavoro "protetto"? Io sono stato dall'assistente sociale del mio comune e dovrebbero chiamarmi a breve (per un disguido, mannaggia a loro, la cosa è slittata). Si parla di un tirocinio per valutare le proprie capacità lavorative.

Che farmaci assume, che gli creerebbero dipendenza?
Fondamentale è la terapia cognitivo comportamentale, tra l'altro a Firenze c'è Ipsico (forse è stato proprio lì?)
Gli consiglierei di non desistere.
Quanto a quel che ti ha detto lo specialista, mi sembra la scoperta dell'acqua calda, un'osservazione banale, e solo parzialmente vera: è chiaro che c'è una parte di noi che non vuol guarire e resiste alle cure, ai tentativi di cambiare. Il DOC crea anche sicurezza, crea un modello di vita che è difficile abbandonare.
Basti pensare agli evitamenti che induce: evito di fare qualcosa, mi proteggo, mi difendo...l'ansia serve per questo.
Ma la vita è altro.
In noi c'è anche una parte che vuol guarire, tornare a una vita più normale...bisogna nutrirla e sostenerla...





Amministratore di Psy&Co, moderatore della sezione Amministrazione e Regolamento
05/04/2008 20:22
Post: 1
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Utente Junior
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ciao! Io sono guarita con la TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE. Certo non è stato facile, lo si deve volere dal profondo, è un grandissimo impegno. Un buon psicoterapeuta che ci capisca di DOC è importantissimo ma il lavoro più grande lo deve fare il paziente. E' un percorso difficile ma se si vuole si può guarire. Forse è proprio come ha detto lo specialista "probabilmente nel suo subconscio c'è la volontà di non guarire". Io mi ero posta un obbiettivo GUARIRE PER MIA FIGLIA e grazie alla TCC e a tanta volontà ce l'ho fatta.
Se il tuo ragazzo non collabora la situazione si complica notevolmente. Forse se si ponesse davanti un obbiettivo per lui inportante sarebbe uno stimolo in più per continuare a lottare.
Purtroppo se si vuole guarire dal DOC bisogna tirare fuori le unghie.
21/04/2008 08:46
Post: 1
Registrato il: 04/04/2008
Utente Junior
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grazie
Vi ringrazion per avermi risposto.
Il mio ragazzo in questo momento prende l'alprazolam e l'eutimil.
ora gli è stato dato un neurolettico per poter poi togliere, senza troppi rischi, l'alprazolam.
qualcuno di voi ha provato il centro di terapia strategica ad Arezzo?
per quanto riguarda gli stimoli abbiamo preso un cane insieme di cui purtroppo fa fatica ad occuparsene poi, dato che io vivevo sola, avevamo deciso che da gennaio avremmo iniziato a convivere... ancora oggi spesso sente il bisogno di isolarsi a casa dei suoi (io sostengo che ci sia una specie di legame malato con quella casa in quanto è lì che è nato tutto ma lui nega)...figli? ci piacerebbe averne uno un giorno ma non nascondo la mia paura, suo papà crede che forse per lui sarebbe il colpo di grazia, che sarebbe sopraffatto dalla responsabilità.
I suoi genitori sono persone splendide ma anche loro non sanno più cosa fare.
Per il lavoro si ostina a non voler ricorrere al lavoro "protetto" perchè dice che lo farebbe sentire malato.
Quando lo sprono per cercare di non evitare spesso si cade in discussioni inutii... come ieri che mi ha detto che in così tanto tempo non ho ancora capito niente di questo disturbo.
inizio a pensare che forse ha ragione, che forse sbaglio io. mi sembra solo di dirgli di fare quello che ogni psicologo gli ha consigliato. Affrontare una cosa per volta, cercare di abituarsi anche alle cose che gli danno noia (esempio: ti fa salire molto l'ansia lavarti? inizia a lavarti le mani tutte le mattine e magari fai solo quello), mantenere gli impegni, trovare il ritmo della vita e non andare a dormire in ogni momento della giornata per pacare l'ansia...so che chi parla da fuori non sa cosa si prova, ma per farlo guarire secondo me non sono io a dover ragionare come lui.
Non lo so, stiamo discutendo sempre più, purtroppo ho un carattere molto forte anche io, sono lunatica e con un lavoro molto impegnativo. Forse non sono quello di cui ha bisogno .
Come fanno ad aiutarvi le persone che vi sono accanto? avete consigli da darmi?
21/04/2008 17:05
Post: 279
Registrato il: 04/12/2004
Utente Junior
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Re: grazie
sara_83, 21/04/2008 8.46:

Il mio ragazzo in questo momento prende l'alprazolam e l'eutimil.
ora gli è stato dato un neurolettico per poter poi togliere, senza troppi rischi, l'alprazolam.


L'Eutimil non dà problemi di dipendenza, è un antidepressivo e va bene per il DOC.
L'Alprazolam purtroppo sì in effetti, ne può dare, è un ansiolitico, una benzodiazepina.
Se vuoi approfondire: ansiolitici
Bene, mi pare che la direzione comunque sia quella giusta.




Per il lavoro si ostina a non voler ricorrere al lavoro "protetto" perchè dice che lo farebbe sentire malato.


Capisco, ma meglio stare a far nulla tutto il giorno, sentirsi vuoti, sprecati e irrealizzati, oppure iniziare a fare anche il minimo, per abituarsi poi a fare progressivamente di più?
Io ai salti credo poco...non puoi partire da zero e fare 100, meglio prima tentare di fare 10...

Figurati che io ho una laurea triennale, e il lavoro protetto è dedicato soprattutto a persone che non hanno nemmeno le superiori. E' abbastanza umiliante. Ma io ho le capacità, che mi fotte è il disturbo, il tempo che spreco a fare compulsioni.
Va bene, ma se io non ce la faccio neanche a cercare lavoro, bagno d'umiltà e provo così, se l'alternativa è stare colle mani in mano...






Quando lo sprono per cercare di non evitare spesso si cade in discussioni inutii... come ieri che mi ha detto che in così tanto tempo non ho ancora capito niente di questo disturbo.
inizio a pensare che forse ha ragione, che forse sbaglio io. mi sembra solo di dirgli di fare quello che ogni psicologo gli ha consigliato. Affrontare una cosa per volta, cercare di abituarsi anche alle cose che gli danno noia (esempio: ti fa salire molto l'ansia lavarti? inizia a lavarti le mani tutte le mattine e magari fai solo quello), mantenere gli impegni, trovare il ritmo della vita e non andare a dormire in ogni momento della giornata per pacare l'ansia...so che chi parla da fuori non sa cosa si prova, ma per farlo guarire secondo me non sono io a dover ragionare come lui.
Non lo so, stiamo discutendo sempre più, purtroppo ho un carattere molto forte anche io, sono lunatica e con un lavoro molto impegnativo. Forse non sono quello di cui ha bisogno .
Come fanno ad aiutarvi le persone che vi sono accanto? avete consigli da darmi?



Tu non sbagli niente: sei un'assistente ideale [SM=g7989]
Nel libro di Baer (vedi Libri per il DOC) ci sono sezioni dedicate a parenti ed amici del paziente, ed è ribadita l'importanza di un assistente alla terapia cognitivo comportamentale.
Vi consiglio di leggerlo.
Sono certo che tu sei motivatissima in questo [SM=g7990]



Amministratore di Psy&Co, moderatore della sezione Amministrazione e Regolamento
22/04/2008 08:12
Post: 2
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Utente Junior
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ancora grazie
A costo d'essere ripetitiva... ancora grazie per il sostegno.
Nonostante non si io ad avere il disturbo, a volte ho bisogno di un incoraggiamento...
02/05/2008 21:12
Post: 280
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Ci sono novità? [SM=g7987]




Amministratore di Psy&Co, moderatore della sezione Amministrazione e Regolamento
05/05/2008 08:12
Post: 3
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Utente Junior
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momenti altalenanti
ciao,
nessuna novità in particolare... però l'umore è un pò più alto dato che sabato e domenica siamo riusciti ad andare in montagna un paio di giorni.
Ciò non significa che tutto sia passato purtroppo però anche lui un pò si è svagato.
Ieri gli ho chiesto se gli va di andare ad informarsi per il centro di terapia strategica di Arezzo (prof. Nardone)... dice che è preoccupato perchè la terapia breve l'aveva provata in passato e l'aveva sospesa dopo qualche seduta perchè stava malissimo.
il neurolettico che dovrebbe alleviare la dipendenza da benzodiazepine non riesce ancora a prenderlo, lo deve "sbloccare".

Raccontami, se ti va, anche del tuo doc, come ci convivi (se ci riesci), cosa hai provato e cosa ti è utile per star meglio... con il lavoro? sei riuscito ad iniziare?
un abbraccio.
05/05/2008 12:04
Post: 4
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Utente Junior
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ti sto scoprendo
questa mattina mi sono presa un pdi tempo e ho letto la tua storia.
Una vita abbastanza movimentata anche la tua...
Non sono però rimasta a bocca aperta. La vita è difficile per tutti, con o senza il doc, l'ansia almeno una volta tutti l'abbiamo provata... l'autolesionismo è comprensibile solo a chi l'ha provato.
Sai, io ci metto tanto impegno ad aiutare il mio ragazzo ad uscire dal doc anche perchè lui con tanto impegno mi ha aiutato a togliermi dall'autolesionismo... non pensare al peggio, era una cosa leggera.
Ho avuto una vita abbastanza travagliata anche io ed ero arrivata ad un punto dove ero talmente tesa che alla minima stupidata mi sembrava che il mondo crollasse addosso e, per me, era tutta colpa mia. mi "punivo" per errori che non avevo commesso e per scaricare la rabbia che avevo dentro. mi sono sempre sentita in adatta. picchiavo la testa contro il muro, mi grattavo fino a farmi uscire il sangue dalle braccia, mangiavo e vomitavo...
ad essere sincera a volte ci ricado, ma ora va molto meglio.
ho imparato che è la vita ad essere difficile e noi dobbiamo cercare di galleggiare su di essa senza farci troppo trascinare a fondo. Non adoro la vita ma dato che ci sono voglio impegnarmi per far si che la mia e quella delle persone che mi stanno accanto sia la migliore possibile. forse se facessimo tutti così miglioreremmo le cose
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